Artrosi di spalla

Artrosi di Spalla

Una causa frequente di dolore alla spalla, soprattutto nel paziente anziano è l’artrosi di spalla, o artrosi gleno-omerale

 Questo breve video mostra la differenza fra una articolazione sana ed una articolazione gleno-omerale artrosica

 

Cos’è l’Artrosi di Spalla?

La principale articolazione della spalla è l’articolazione gleno-omerale. A seguito di fratture, lesioni croniche dei tendini della cuffia dei rotatori o per cause congenite, le superfici articolari, normalmente lisce, si consumano. Il consumo delle superfici articolari in una fase avanzata si definisce artrosi gleno-omerale, o più semplicemente artrosi di spalla. L’artrosi determina rigidità articolare e dolore.

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Illustrazione schematica di un'artrosi gleno-omerale concentrica

 

 

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi di una artrosi di spalla è clinica e strumentale. Si basa sull’esame obiettivo e sull’esclusione di altre patologie che possono dare dolore alla spalla. I SINTOMI più frequenti sono: dolore alla spalla  durante i movimenti e rigidità articolare.

 

Esame obiettivo

L'esame obiettivo è sempre un momento molto importante. Durante l’esame obiettivo il medico muove  il braccio in diverse direzioni per valutare la libertà di movimento.  Alcuni test specifici vengono inoltre eseguiti per valutare la forza del paziente e per capire meglio l’origine e la severità del problema.

 

Il medico spesso ritiene utile richiedere degli accertamenti diagnostici:

RX:

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Rx di spalla che evidenzia grave artrosi eccentrica, secondaria a lesione cronica della cuffia dei rotatori

Fondamentale per fare la diagnosi e per valutare la gravità dell’artrosi.

TC e/o RMN

Questi esami possono essere richiesti dallo specialista ortopedico per valutare in dettaglio l’entità dell’interessamento delle superfici articolari e dei tendini.

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Risonanza magnetica di una spalla che evidenzia un focolaio di necrosi della testa omerale

Come si cura?

Il primo obbiettivo è ridurre il dolore e migliorare la funzionalità della spalla.

Nella pianificazione della cura sono considerati diversi aspetti: l’età del paziente, il livello di attività, la salute generale ed il tipo di artrosi.

Non tutti i casi di artrosi di spalla sono sintomatici (cioè danno disturbi). Spesso la diagnosi di artrosi è casuale. Il paziente esegue degli esami per altri motivi e si evidenzia per caso l’artrosi di spalla. In questi casi l’artrosi non va trattata. I'ortopedico tratta generalmente solo le artrosi che determinano dolore o rigidità articolare.

RIPOSO:  è il primo passo per ridurre il dolore. Importante evitare soprattutto lavori che richiedano di portare la mano sopra  la testa (ad esempio cambiare le tende).

 

FARMACI: la somministrazione di antinfiammatori può ridurre il dolore. Importante è inoltre il posizionamento della BORSA DEL GHIACCIO alcune volte al giorno a livello della spalla. Evitare il contatto  diretto con il ghiaccio.

 

CORTISONE: l’iniezione nella spalla di cortisone è uno strumento palliativo (beneficio temporaneo) per ridurre il dolore e migliorare la funzione della spalla.  Il cortisone  è un farmaco spesso ben tollerato per cui la sua prescrizione non deve spaventare il paziente. Dopo  la somministrazione del cortisone è possibile un certo aumento temporaneo  del dolore. Per ridurre al minimo questa breve fase è consigliata la somministrazione di ghiaccio locale ed eventualmente l’assunzione di antinfiammatori.

ATTENZIONE: in pazienti affetti da diabete e  glaucoma o in terapia con anticoagulanti, la somministrazione di cortisone mediante infiltrazione  è sconsigliata o deve essere strettamente controllata dal medico.

FISIOTERAPIA: un corretto programma di fisioterapia è fondamentale per  ridurre il dolore e migliorare la funzione della spalla.  

 

Alcuni concetti  IMPORTANTI:

  • Non abusare del cortisone. In genere da 2 a 3 iniezioni sono sufficienti a ridurre i sintomi. Se ciò non avviene il medico può considerare altri trattamenti, compreso il trattamento chirurgico.
  • L’iniezione deve essere eseguita in un ambiente idoneo .
  • Non assumere farmaci senza il parere dello specialista o del proprio medico

Infiltrazioni con acido ialuronico o PRP: Anche questi trattamenti possono dare beneficio sul dolore ma rimangono dei palliativi

Trattamento chirurgico

Quando il trattamento conservativo non è sufficiente, lo specialista ortopedico può ritenere indicato un intervento chirurgico.

 

L’intervento chirurgico più frequentemente proposto per il trattamento dell’artrosi di spalla è l’impianto di una protesi. In alcuni casi selezionati tuttavia si può anche ricorrere anche all’artroscopia.

Protesi di spalla: esistono diversi tipi di protesi di spalla: la protesi anatomica con stelo, la protesi di superficie e la protesi inversa. L’ortopedico, discutendone con il paziente, consiglierà quale protesi è la più idonea per ogni caso.

Protesi anatomica MINI-INVASIVA

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Protesi anatomica senza stelo: questa protesi meno invasiva garantisce un risparmio di ossoin caso di revisioni chirurgiche

Protesi Inversa

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La Protesi Inversa è nata per il trattamento dell'artrosi in pazienti con lesione cronica della cuffia dei rotatori. Funziona invertendo l'anatomia della spalla, mettendo la parte concava sull'omero e la parte convessa sulla glena. Grazie all'inversione dell'anatomia dell'articolazione gleno oemerale è particolarmente utile nei pazienti anziani con artrosi eccentrica di spalla, nelle fratture di omero prossimale e nelle revisioni. 

 

L’intervento di impianto di protesi viene eseguito generalmente in anestesia periferica generale. Questa combinazione fornisce una buona analgesia post-operatoria.

Il paziente entra la mattina dell’intervento  e rimane ricoverato per circa 1-2 notti. Alla dimissione il paziente riceve una lettera con tutte le indicazioni per  le cure  successive. I punti di sutura vengono rimossi in circa 2 settimane.

La fisioterapia post-operatoria è una parte fondamentale del trattamento. Deve essere eseguita da personale preparato al fine di recuperare il movimento e la forza.

Tempi di recupero: i tempi di recupero sono molto variabili e dipendono da diversi fattori fra cui il tipo di protesi, la qualità del tessuto osseo e dei tendini e da fattori biologici propri del paziente.  Per dettagli contattare lo specialista ortopedico.